"Incontrami per cena, sii là alle otto, non indossare mutande e non fare tardi.". Ha ordinato per me. Oh che meraviglia; La sua mano scivolò sulla mia coscia. E mi sono dimenato al mio posto. Quando la cena era finita.
Mi ha portato fuori; Pizzicandomi il culo. Ha avvertito: "Non mettere il broncio". Ha spezzato il guinzaglio.
E conducimi alla porta; L'ha aperto. E mi ha spinto sul pavimento. "Inginocchiati davanti a me troia, dimmi chi servi, per favore, per favore ora, o darò ciò che meriti". Prima che potessi parlare.
Mi ha trascinato sul letto; Mi ha tirato su un ginocchio. E mi ha sculacciato il culo rosso. "Oh Maestro sei tu".
Ho gridato forte. "Vivo per farti piacere, sono per sempre orgoglioso". "Alzati in piedi". Mi ha ordinato in fretta. "Spogliati bene e lentamente, mentre accarezzo il mio grosso cazzo".
Ho fatto come mi è stato detto. E lo guardai mentre ondeggiavo; Il suo cazzo si fece duro. Ero disperata per scopare. "Tocca il mio cazzo, con le tue labbra rosso rubino, fammi venire e non perdere una flebo".
Quando ho finito di compiacere, signore. Mi ha preso a coppa il culo; E sibilò ad alta voce; "Sei una puttana con classe.".
Nella mia spavalderia, il frastuono dei miei scribi, componendo tomi, lodando i brividi dell'oscurità. Versetti sconcertanti, copulazioni erotiche e imprecazioni, attributi poetici delle parole che…
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